la libertà non ha appartenenza, è conoscenza, è rispetto per gli altri e per sé

"Chi riceve di più, riceve per conto di altri; non è né più grande, né migliore di un altro: ha solo maggiori responsabilità. Deve servire di più. Vivere per servire"
(Hélder Câmara - Arcivescovo della Chiesa cattolica)

sabato 14 agosto 2010

Se parte della destra apre gli occhi (solo oggi, colpevolmente)



Sab. 14.08.2010 - Dal sito della Fondazione di Gianfranco Fini "Fare futuro" (14.08.2010), riporto un pezzo di Filippo Rossi.

" E si sa che i delusi possono essere i peggiori nemici...
Ecco perché può nascere
una destra anti-berlusconiana

di Filippo Rossi

Accade spesso: quella che è solo una possibilità della storia, diventa – per abitudine, per pigrizia, per comodità, per forza d’inerzia - l’unica, la sola possibilità. La sola prospettiva immaginabile. Ecco cosa è successo per il centrodestra italiano, ecco l’illusione: oltre Berlusconi, il nulla. Senza Berlusconi, il vuoto. xxx

xxx Eppure la destra c’era prima di Berlusconi e ci sarà dopo di lui, su questo non ci piove. Una destra non-berlusconiana, insomma, esiste. Una destra che non vive di chiamate alle armi, di “scelte di campo”, di spettri “comunisti”. Una destra che non confonde la politica con l’imprenditoria, che non affonda nel populismo, che accetta la divisione dei poteri, che non brama l’onnipotenza e non adotta categorie feudali come la “fedeltà al capo” e il “tradimento”. Una destra serena, libera, democratica, laica. Una destra che si è accorta che il Muro di Berlino non c’è più. Una destra che naviga in mare aperto. Una destra – per riprendere la provocazione di Fabio Granata – non ha nemmeno paura di immaginarsi pronta a parlare, per il bene del paese, con la tanto odiata “sinistra”. Esiste. E abbiamo provato a darle voce, in questi lunghi mesi.

Ma c’è un passaggio successivo. Un passaggio che pesa dover fare. Un passaggio che forse si poteva evitare, limitandosi appunto a scrivere la storia di una destra non-berlusconiana. Ed è il passaggio verso una destra anti-berlusconiana. Questo sì che sarebbe un trauma, a suo modo. Eppure la deriva cui assistiamo in questi giorni, la stampa di famiglia che diventa il fuoco di fila utile a massacrare il nemico, lo svilimento della Costituzione, il fango e gli insulti personali che arrivano dai cortigiani delle ultime file, le continue intimidazioni contro i “congiurati”, i dossier, le compravendite parlamentari, le velate minacce al capo dello Stato, i tristi e pericolosi richiami alla piazza, ecco, tutto questo rischia di portare proprio lì. Perché quel “sistema”– che pure abbiamo sentito vicino, a tratti – ora lo sentiamo sulla nostra pelle. Ne odoriamo i veleni. Lo vediamo per quel che è: un sistema di potere senza contenuto, fine a se stesso.

C’è chi lo aveva già capito un po’ di tempo fa. Indro Montanelli, per esempio. Ma in tempi più recenti, i toni e i contenuti espressi da alcuni esponenti “berlusconiani” nel corso della vicenda Englaro, hanno segnato, per qualcuno, l’inizio di questo passaggio. E di esempi se ne potrebbero fare tanti: dalla legge bavaglio alle amicizie con Putin e Gheddafi. Senza dimenticare le leggi ad personam e ad aziendam. Ma ora quel passo è sempre più vicino. Sta diventando inevitabile. L’illusione – come ricordava ieri sul nostro web magazine Domenico Naso – di baciare il rospo e vederlo trasformarsi in principe, si è dissolta drammaticamente. E i delusi, si sa, possono diventare i nemici peggiori. Insomma, la nascita di una destra orgogliosamente e rigorosamente anti-berlusconiana rientra sempre di più nel novero delle possibilità della storia, adesso.

14 agosto 2010 " xxx

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