la libertà non ha appartenenza, è conoscenza, è rispetto per gli altri e per sé

"Chi riceve di più, riceve per conto di altri; non è né più grande, né migliore di un altro: ha solo maggiori responsabilità. Deve servire di più. Vivere per servire"
(Hélder Câmara - Arcivescovo della Chiesa cattolica)

sabato 17 luglio 2010

Toghe sporche e toghe cieche



Sab. 17.07.2010 - Dal sito de "il Fatto Quotidiano on line", un intervento di Luigi De Magistris. Nel precedente post (lontano nel tempo, 03.05.2010), mi chiedevo il perché, ora che la ragnatela del marcio si va delinenado, il perché lo si inizia ad intuire.

" Oggi tutti parlano di P3, di logge coperte, di massonerie deviate. Oggi tutti parlano di trattativa tra mafia e Stato dopo le stragi di Capaci e di via D’Amelio. Fino a qualche mese fa, eravamo in pochi a denunciare la criminale trattativa per la quale sono morti Borsellino e poliziotti dalla divisa onesta e coraggiosa. Ieri nelle mie inchieste – scippatemi illegalmente quale prezzo di corruzione in atti giudiziari tra il procuratore capo, il procuratore aggiunto, parlamentari e faccendieri, come ricostruito dalla Procura di Salerno – avevo scoperto la nuova P2.xxx

xxx Su questa ha indagato un pool di inquirenti della Procura di Salerno. Leggetele quelle carte, troverete i nomi di oggi, di ieri, di domani. Piduisti vecchi e nuovi. Quelli che hanno usato illegalmente le istituzioni per fermarci. Avevamo avuto un torto imperdonabile: indagare anche sui magistrati. Gli stessi, in parte, che oggi ritroviamo nel salotto piduista di Verdini e Dell’Utri. Purtroppo sono ancora tanti e siedono in posti chiave. Eppure siamo stati isolati, denigrati, massacrati, umiliati, scippati dalle inchieste, trasferiti: il tutto con l’avallo istituzionale e morale di tanti che oggi si ergono a paladini della eticità.

Nomi e cognomi

Leggo le parole di rabbia, vergogna e indignazione espresse dal segretario nazionale dell’Anm Cascini. Uomo forte della correntocrazia, già in servizio al ministero della Giustizia e zelante censore del lavoro che svolgevamo anche nei confronti di coloro i quali oggi sono agli onori della cronaca giudiziaria. Dov’eri Cascini qualche mese fa? La ricordate la squallida figura ad Annozero incalzato da Di Pietro e Santoro? Un soldatino della correntocrazia. Aveva bisogno delle inchieste di Perugia e Roma per scoprire la questione morale? Mi ricorda quei politici della Prima Repubblica che ben sapevano delle magagne dei loro “compari” ma “pontificavano” su moralità ed etica pubblica solo quando arrivavano le inchieste dei magistrati. Dov’era Palamara, il Presidente dell’Anm? Conosco le frequentazioni di Palamara e le dichiarazioni che ha rilasciato mentre ci colpivano a “morte”. Decisive e serventi per isolarci e punirci. Avevamo avuto il torto di indagare su procuratori della Repubblica collusi (protetti da settori della magistratura); di individuare le frequentazioni pericolose di Arcibaldo Miller; di scovare interessi di magistrati della Procura Generale della Cassazione che istruivano – in palese conflitto di interessi – procedimenti ai nostri danni; amicizie scomode e contatti sospetti di componenti del Csm. Per non parlare di Mancino. Alcuni di quelli che hanno avuto un ruolo decisivo e opaco nelle vicende che ci hanno riguardato sono stati eletti nel nuovo Consiglio superiore della magistratura: la continuità della correntocrazia.

È davvero inaccettabile ascoltare rigurgiti di moralità dai vertici dell’Anm (anche se il ravvedimento operoso è sempre bene accetto) che sono tra i responsabili del crollo morale interno alla magistratura. Da anni conoscevano i nominativi dei magistrati collusi; da anni sapevano di opacità e frequentazioni indegne di magistrati; da anni erano al corrente del rischio che stavano correndo magistrati con la schiena dritta che operavano nel rispetto dell’art. 3 della Costituzione. Che hanno fatto Cascini, Palamara, Mancino, Martone, Miller & Co? Contribuito, ognuno nel suo ruolo causale, a proteggere mele marce e isolare e colpire chi osava indagare su collusioni interne alla magistratura. Mi auguro che la magistratura, quella sana – che esiste e che potrà contare sulla vigilanza democratica dei tanti cittadini onesti – si liberi della nomenklatura interna all’ordine giudiziario, quella intrisa dal puzzo del compromesso morale e che ha perseguito in questi anni carriera e interessi personali barattando con i poteri, anche occulti, la libertà e l’indipendenza delle toghe pulite che non si sono genuflesse. " xxx

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