la libertà non ha appartenenza, è conoscenza, è rispetto per gli altri e per sé

"Chi riceve di più, riceve per conto di altri; non è né più grande, né migliore di un altro: ha solo maggiori responsabilità. Deve servire di più. Vivere per servire"
(Hélder Câmara - Arcivescovo della Chiesa cattolica)

domenica 26 aprile 2009

?Prefettura evacuata a mezzanotte, poche ore prima della terribile scossa? - E ADESSO CENSURATE ANCHE QUESTO - Stefania Pace

Dom. 26.04.2009 - Dal Blog ByoBlu (dove è reperibile anche la trascrizione), dopo la censura su YouTube, torna a parlare Stefania Pace. Afferma di sapere per certo che la notte del sisma, a mezzanotte, poche ore prima della scossa fatale, la Prefettura dell'Aquila sarebbe stata evacuata, nelle stesse ore in cui uomini della Protezione civile avrebbero invitato coloro che erano in strada, dopo la scossa delle 23,30, a rientrare nelle abitazioni (si veda in particolare alla seguente progressione del filmato - 3:40 e 8:45). xxx

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Gioacchino Genchi - La diffida al rispetto della decisione del Tribunale inviata il 23 aprile 2009 alla Procura della Repubblica di Roma




Dom. 26.04.2009 - Continua l'Italia dei Don Rodrigo. Dal blog di Gioacchino Genchi (25.04.2009).

" Nel silenzio più assoluto delle Istituzioni dello Stato preposte al controllo di legalità dei magistrati, ritengo doveroso pubblicare la diffida che il 23 aprile 2009 il mio legale, l'avv. Fabio Repici, ha inviato al Procuratore della Repubblica di Roma Giovanni Ferrara ed ai Procuratori Aggiunti Nello Rossi e Achille Toro che, con il Sostituto Procuratore Andrea De Gasperis hanno inopinatamente rifiutato la restituzione dei reperti informatici e dei dati sequestrati illegittimamente dal ROS presso il mio studio il 13 marzo 2009, a seguito di una perquisizione e di un sequestro annullato in toto dal Tribunale del Riesame di Roma, con le ordinanze dell'8 aprile 2009.
Gioacchino Genchi xxx

Studio legale
Avv. Fabio Repici

PROCURA DELLA REPUBBLICA
presso il Tribunale di Roma

Procedimenti n. 5033/09 e 11434/09 r.g.n.r.

Istanza di restituzione di reperti all’avente diritto

Quale difensore di fiducia del dr. Gioacchino GENCHI, persona sottoposta a indagini nei sopra indicati procedimenti,
tenuto conto delle due ordinanze emesse dal Tribunale del riesame di Roma (nn. 454 e 455 r.g. sequestri) in esito all’udienza dell’8 aprile 2009 (motivazioni depositate il 16 aprile 2009), con le quali sono stati annullati in radice perché illegittimi i decreti di perquisizione e sequestro emessi da codesto Ufficio nei due sopra indicati procedimenti l’11 marzo 2009 ed eseguiti il 13 marzo 2009;
preso atto del provvedimento, apparentemente recante la data del 20 aprile 2009 ma in realtà depositato il 21 aprile 2009, con il quale codesto Ufficio, in violazione delle predette ordinanze del Tribunale del riesame ha disposto la restituzione al dr. Genchi di uno solo dei reperti sequestrati il 13 marzo 2009, ed esattamente del “‘case’ color nero e argento marca “winner” sequestrato presso l’abitazione dell’indagato in data 13.3.2009”, dichiarando, contrariamente al vero, che nessuna altra res appartenente al dr. Genchi sarebbe stata posta sotto sequestro, sostenendo che l’ablazione degli altri reperti sequestrati il 13 marzo 2009 avrebbe riguardato “l’acquisizione di copie”;
che tale ultima affermazione è plasticamente contraria alla realtà, come anche risultante dalle operazioni di sequestro del 13 marzo 2009:
che, infatti, in dettaglio:
A. Il supporto di memorizzazione esterna della capacità di 2TB marca “LACIE” venne acquistato dal dr. Gioacchino Genchi al prezzo di € 371,95 come risulta dal buono di consegna e fattura FPR092205659 emessa il 17 dicembre 2008 da PIXmania-PRO.com (all. 1). Del resto ciò emergeva dai verbali di sequestro e dallo stesso provvedimento di codesto Ufficio (20-21 aprile 2009), laddove si legge che tale supporto contiene “il back-up, effettuato alle ore 23:00 dell’11.3.09, del server denominato ‘CIAMPI’ (contenente il data base ‘TESEO’ e altro) sequestrato presso la sede operativa della C.S.I. srl”. Il back-up risalente alle ore 23 dell’11 marzo 2009 (due giorni prima del sequestro), infatti, venne compiuto dal dr dr. Genchi per esigenze relative alla propria attività e non può, quindi, in nessun modo essere considerato copia, essendo peraltro contenuto in un reperto di notevole valore appartenente al dr . Genchi (si veda anche il verbale di sequestro: “dietro formale richiesta avanzata nei confronti di SANFILIPPO Massimo, in atti generalizzato, veniva fornito il sottonotato materiale informatico, posto sotto sequestro”);
B. Il supporto di memorizzazione esterna della capacità di 3TB marca “LACIE” venne acquistato (insieme ad altro supporto uguale e ad altro con capacità di memoria maggiore) dal dr. Gioacchino Genchi al prezzo di € 499,17 oltre IVA come risulta dalla fattura 1177992 del 26.2.2009 (all. 2) e dalla relativa bolla d’accompagnamento del 25.2.2009 (all. 3). Del resto ciò emergeva dai verbali di sequestro e dallo stesso provvedimento di codesto Ufficio (20-21 aprile 2009), laddove si legge che tale supporto contiene “il back-up, effettuato il 10.3.09, del server denominato ‘GIFUNI’ (contenente il data base ‘TESEO’ e altro) sequestrato presso la sede operativa della C.S.I. srl”. Il back-up risalente al 10 marzo 2009 (tre giorni prima del sequestro), infatti venne compiuto dal dr. Genchi per fini relativi alla propria attività e non può, quindi, in nessun modo essere considerato copia, essendo peraltro contenuto in un reperto di notevole valore appartenente al dr. Genchi (si veda anche il verbale di sequestro: “dietro formale richiesta avanzata nei confronti di SANFILIPPO Massimo, in atti generalizzato, veniva fornito il sottonotato materiale informatico, posto sotto sequestro”);
C. I due DVD contenenti copia del sito web della C.S.I.srl, che come risulta dal verbale di sequestro sono di marca Verbatim capacità 4.7 Gb, vennero acquistati (insieme ad altri esemplari uguali) dalla C.S.I. srl Gioacchino Genchi, come risulta dalla fattura 1538425 dell’8 ottobre 2008 emessa dalla Nierle media group (all. 4). Pertanto anch’essi appartengono inequivocabilmente al dr. Genchi (si veda anche il verbale di sequestro: “dietro formale richiesta avanzata nei confronti di SANFILIPPO Massimo, in atti generalizzato, veniva fornito il sottonotato materiale informatico, posto sotto sequestro”);
D. Il CD contenente copia del programma “Pathdumper” venne acquistato (insieme ad altri esemplari uguali) dal dr. Gioacchino Genchi, come risulta dalla fattura 1364041 del 18 gennaio 2008 emessa dalla Nierle media group (all. 5). Pertanto, anch’esso appartiene inequivocabilmente al dr. Genchi (si veda anche il verbale di sequestro: “dietro formale richiesta avanzata nei confronti di SANFILIPPO Massimo, in atti generalizzato, veniva fornito il sottonotato materiale informatico, posto sotto sequestro”);
E. I quattro supporti (DVD) contenenti una cartella denominata “651.Saladino”, che come risulta dal verbale di sequestro sono due DVD di marca Philips Double Layer da 8,5 Gb e due DVD di marca Verbatim da 4,7 Gb, vennero acquistati (insieme ad altri esemplari uguali) dal dr. Gioacchino Genchi, come risulta (per i due DVD Philips) dalla fattura già indicata come all. 5 e (per i due DVD Verbatim) dalla fattura già indicata come all. 4. Pertanto, anch’essi appartengono inequivocabilmente al dr. Genchi (si veda anche il verbale di sequestro: “dietro formale richiesta avanzata nei confronti di SANFILIPPO Massimo, in atti generalizzato, veniva fornito il sottonotato materiale informatico, posto sotto sequestro”);
che, quindi, in definitiva, tutte le res indebitamente mantenute da codesto Ufficio sotto sequestro in violazione delle sopra richiamate ordinanze del Tribunale del riesame e degli obblighi di legge, appartengono tutte al dr. Genchi;
che, in realtà, tutto il materiale utilizzato dai militari del R.o.s. nei sequestri eseguiti il 13 marzo 2009 appartiene al dr. Genchi, fatta eccezione per la ceralacca utilizzata per l’apposizione dei sigilli (quest’ultima fornita dai militari del R.o.s. dalla Stazione CC. che si trova nello stesso stabile degli uffici del dr. Genchi);
che così la carta da imballo utilizzata dal R.o.s. fu acquistata dalla C.S.I. srl, come risulta dalla fattura 2386 e dallo scontrino del 18 novembre 2008 emessi dalla Bellotti s.r.l. (all. 6), lo spago utilizzato dal R.o.s. fu acquistato dalla C.S.I. srl, come risulta dalla fattura 5423 del 22 giugno 2001 emessa dalla Bellotti s.r.l. (all. 7), e il nastro utilizzato dal R.o.s. fu acquistato dalla C.S.I. srl, come risulta dalla fattura emessa il 15 gennaio 2002 da EMME Distribuzione s.r.l. (all. 8) e dalla relativa bolla di consegna del 16 gennaio 2002 (all. 9);
che, per tutto quanto sopra, tutte le res in sequestro devono immantinente essere restituite all’avente diritto dr. Gioacchino Genchi, essendo contra legem qualunque altra determinazione di codesto Ufficio;
per le indicate ragioni
diffido
codesto Ufficio, anche ai sensi dell’art. 328 c.p., affinché provveda all’immediata restituzione al dr. Genchi di tutti i reperti sequestrati il 13 marzo 2009, con l’invito a non violare, prima della restituzione, i sigilli, stante l’illegittimità del sequestro statuita dal Tribunale del riesame.
Messina, 23 aprile 2009
Avv. Fabio Repici " xxx

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sabato 25 aprile 2009

Giuliani - Come prevedo i terremoti


Giuliani: come prevedo i terremoti from Claudio Messora on Vimeo.

Sab. 25.04.2009 - Dal sito ByoBlu (19.04.2009). xxx

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venerdì 24 aprile 2009

YouTube Italia - Ma... ?Censura Cinese?


Giuliani - L'uomo che ci ha salvati from Claudio Messora on Vimeo.

Ven. 24.04.2009 - Sabato 18 aprile 2009 pubblicavo un video dal titolo "Giuliani - L'uomo che ci salvò la vita.", tratto dal blog ByoBlu, video rimosso da YouTube con la criptica formula "Questo video è stato rimosso a causa della violazione dei termini e condizioni d'uso.". Oggi il video è stato ripublicato dall'autore utilizzando altro operatore internet di video, Vimeo.
l'intera vicenda è ben spiegata sul sito di Antonio Di Pietro (23.04.2009), il cui contenuto riporto qui a seguire. xxx

" Censura Cinese

Ricevo oggi una lettera, che pubblico, di Claudio Messora , blogger e giornalista indipendente.
Quanto mi scrive Claudio è gravissimo, ed è un segnale che rivela che c’è molto del sistema di censura cinese in Italia, parlando della libertà d’informazione.
You Tube ha oscurato un suo video che riportava un’intervista ad una signora, Stefania Pace, madre di due figli, che vive a Poggio Picense, comune devastato dal terremoto in Abruzzo.

Ovviamente il video è riapparso in decine di siti mezz'ora dopo, vanificando la censura.

Stefania Pace è stata ospite, proprio ieri, della trasmissione “Chi l’ha visto”. Subito dopo la messa in onda della trasmissione, per strane coincidenze, il video del blogger viene oscurato per “violazione delle policy”.
Guardando il video mi chiedo quali siano queste violazioni, ed invito chi decide cosa far vedere o meno su You Tube, a chiarire le ragioni di questo gesto censorio, oppure a seguito di quale segnalazione è stato deciso di effettuare tale rimozione (anche se non è difficile indovinarlo).
Sul contenuto dell’intervista e sulle parole di Stefania Pace vorrei, invece, accendere i riflettori con una denuncia in Procura, affinché si verifichi se nelle sue parole possano ravvisarsi responsabilità o atti che abbiano indotto ignoti, per ora, a richiedere la rimozione del video. E affinché, più in generale, la Procura possa individuare le responsabilità di chi, nonostante segnalazioni giunte da più parti, tra cui anche quella di Gianpaolo Giuliani, non abbia avvertito per tempo la popolazione.

La lettera:

Caro Di Pietro,

sono stato censurato da You Tube. Ne deduco che in Italia le cose vanno veramente male. Forse in Cina il mio filmato non sarebbe stato censurato, e di motivi io non ne ravvedo proprio. Ho chiesto aiuto alla Rete, ho chiesto ai blogger di diffonderlo, lo chiedo anche a lei.

In breve il fatto, che può comunque approfondire sul mio blog nell'articolo "You Tube censura byoblu".

Giorni fa ho intervistato una madre di famiglia, Stefania Pace. Questa signora di Poggio Picense nell’intervista “l’informazione assassina” ha detto cose a mio avviso preoccupanti, ma assolutamente di nessun contenuto offensivo o lesivo nei confronti di chicchessia. Eppure il video è stato rimosso da You Tube per violazione delle policy. Ma di quali policy parliamo? Quelle di chi ha imposto a You Tube di rimuovere il video o quelle di You Tube? Questo gesto ha una sola definizione: censura.
La invito ad approfondire la vicenda spiegata nei dettagli nel blog. Mi domando però, perché quel video “non s’ha da vedere”? Perché è scomparso proprio dopo che la signora Pace ha partecipato alla trasmissione di ieri sera “Chi l’ha visto”? Io un’idea ce l’ho, ma in questo Paese comincio ad aver paura ad esporla...” " xxx

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mercoledì 22 aprile 2009

La procura di Roma non restituisce l'archivio nonostante l’ordinanza del Tribunale del Riesame. Genchi si appella a Napolitano.



Mer. 22.04.2009 - Dal sito di "Antimafia Duemila" (21.04.2009).

" 21 aprile 2009 - di Redazione
Apprendiamo proprio ora che nonostante l’ordinanza del Tribunale del Riesame la procura di Roma ha deciso deliberatamente che non restituirà l’archivio sottratto lo scorso 13 marzo a Gioacchino Genchi.

Il consulente delle procure ha invocato l’immediato intervento del capo della Stato, della Pg di Roma e della procura di Perugia. “Siamo in presenza – ha detto - di un atto di eversione giudiziaria di una gravità inaudita. Negli atti del sequestro vi sono infatti acquisizioni importantissime riguardanti gli stessi magistrati della procura di Roma che hanno eseguito il sequestro”. xxx

E’ roba da matti. E da criminali. La procura di Roma, nonostante l’ordinanza del Tribunale del Riesame che scagiona Gioacchino Genchi da tutte le accuse mosse contro di lui non vuole restituire l’archivio sottratto al consulente delle procure lo scorso 13 marzo. Nell’ambito di un’operazione di sequestro disposta dai procuratori Toro e Rossi ed eseguita dagli uomini del reparto tecnico del Ros di Roma, guidati dal colonnello Pasquale Angelosanto.
Gioacchino Genchi, si legge in quelle carte firmate dal presidente estensore Francesco Taurisano – che proponiamo in forma integrale (SCARICA IN PDF - Ordinanze 454/2009 e 455/2009, R.G. Sequestri) – ha agito correttamente, non ha violato la legge quando, nella veste di collaboratore dell’ex pm di Catanzaro Luigi De Magistris, ha acquisito ed elaborato i tabulati telefonici relativi a utenze in uso a parlamentari ed esponenti dei servizi di sicurezza, né ha violato la privacy quando ha effettuato 2600 interrogazioni all’Anagrafe Tributaria utilizzando l’abilitazione del Comune di Mazara del Vallo. Non arrecando “nocumento” ad alcuno.
Ancora, scrive il riesame, “le attività di acquisizione, di elaborazione e di trattamento dei dati storicizzati nei tabulati attestanti il traffico telefonico non possono definirsi illecite”. Perché Genchi “non violò le guarentigie a tutela dei parlamentari interessati dalle acquisizioni dei tabulati di traffico telefonico”, agendo, “di volta in volta, in forza del decreto autorizzatorio emesso dal pm, comunicandogli ogni emergenza di conoscenza storica circa il coinvolgimento di membri del Parlamento come soggetti intestatari ovvero usuari di utenze di telefonia”.
In quanto al contestato profilo di illiceità nella condotta acquisitiva si legge che anche questo è inconsistente, così come non è rinvenibile illiceità “nell’esercizio delle funzioni di elaborazione e trattamento dei dati, legittimamente e lecitamente raccolti in forza dei provvedimenti del pm, funzioni legalmente dovute nella qualità di consulente tecnico”.
Stesso discorso per l’analisi delle utenze telefoniche intestate alla Presidenza del Consiglio, al ministero della Difesa, a quello dell’Interno e a una persona. Mentre la procura di Roma, secondo il tribunale del riesame, “non ha definito la specificità e la concretezza della violazione addebitabile al consulente tecnico, strutturante ‘il factum’ costituente il reato di abuso d’ufficio”.
In parole povere, Gioacchino Genchi, ha sempre agito “nell’esercizio delle sue funzioni di ausiliare del pm De Magistris” anche per quanto concerne i tabulati di uomini dei servizi segreti. Per i quali non è “dato comprendere il nocumento per la sicurezza dello Stato”. Ma soprattutto “il tribunale non rinviene la norma di legge, ovvero di regolamento” che vieterebbe l’acquisizione di tabulati di uno 007.

La redazione di AntimafiaDuemila aderisce con piena convinzione alla richiesta di intervento di Gioacchino Genchi e se ne rende promotrice nella speranza che possa trionfare la Giustizia.


L'avvocato di Genchi: ''Nell'archivio del consulente le indagini sulla procura di Roma''

di Redazione - 21 aprile 2009
“Siamo oltre il porto delle nebbie”.

Lo ha dichiarato Fabio Repici, avvocato di Gioacchino Genchi, in seguito alla decisione della procura di Roma di non restituire l’archivio del consulente nonostante l’ordinanza del Tribunale del Riesame. “Oggi – ha spiegato il legale, la procura capitolina – ha fatto ammutinamento rispetto ai provvedimenti dei giudici che hanno decretato l’illegittimità totale dell’operato della stessa Procura. I reperti che la Procura di Roma sta mantenendo abusivamente in sequestro sono tutti di proprietà del dr. Gioacchino Genchi”. Per tale motivi oggi i pm romani “si sono resi responsabili, tra l’altro, dei reati di rifiuto di atti d’ufficio e di appropriazione indebita”. Tanto più che “nei supporti informatici trattenuti ci sono atti relativi a delicate indagini per le quali il dr. Genchi aveva ricevuto incarichi dall’Autorità giudiziaria. E ci sono perfino atti e intercettazioni che riguardano il procuratore aggiunto Toro: tra l’altro sue conversazioni nelle quali nel maggio 2006 concordava con altra persona, con insospettabili capacità profetiche, gli incarichi al ministero della giustizia presso l’appena nominato ministro Mastella e presso altri ministeri, riferendo anche gli incarichi graditi da altri magistrati romani, ivi compreso il dr. Nello Rossi. I magistrati della Procura di Salerno sono stati cacciati su due piedi dal Csm per aver emesso un provvedimento dichiarato legittimo dal competente Tribunale del riesame. Mi chiedo: cosa assicura ai magistrati romani l’impunità davanti al Csm ed al ministro della giustizia? Mi auguro – ha concluso - che la risposta non sia da rintracciare nel contenuto di quelle conversazioni”. " xxx

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Indro Montanelli, gigante dell'informazione, ed i nani del reame


Mer. 22.04.2009 - Dal Blog di Beppe Grillo, un intervento di Marco Travaglio (in "Passaparola" del 20.04.2009), con relativa trascrizione.

" Buongiorno a tutti, oggi dirò pochissime cose di mio: oggi vorrei fare Indro Montanelli, nel centenario della sua nascita. Montanelli è nato a Fucecchio il 22 aprile del 1909, quindi anche se se è morto nel 2001 ha molte cose da dirci. Anzi, molte cose le ha dette quando molte belle addormentate nel bosco, molti di quelli che non vogliono vedere, molte Alici del Paese delle Meraviglie, molti servi, molti killer non vedevano e non volevano vedere quello che, in realtà, era visibile fin dal 1994, quando nella politica italiana irruppe un imprenditore che non sa cosa sia la democrazia, non sa cosa siano le idee e il confronto, ma sa soltanto che cosa siano gli interessi. xxx

Nel 2004 ho scritto un libro che, più che altro, diciamo che è scritto da Montanelli nel senso che era un’amplissima antologia di tutte le cose che lui ha scritto e detto a proposito di Berlusconi e della storia del suo rapporto con Berlusconi, iniziato nella metà degli anni 70 quando il Cavaliere acquistò una quota prima di minoranza e poi, infine, di maggioranza nel giornale che Montanelli aveva fondato come cooperativa tra giornalisti.
Rapporto che fu tormentato, ma resse tra polemiche, pressioni e resistenze, però nella quasi normalità di un rapporto tra un editore, molto già implicato con la politica e un direttore che la politica del suo giornale la voleva fare giustamente lui.
Resse fino a quando dentro la politica direttamente non entrò Berlusconi e, in quel momento, esplose il dissidio che poi culminò nel distacco e nell’andar via di Montanelli, dopo una famosa irruzione del Cavaliere l’8 gennaio del 1994 nella redazione de Il Giornale, di cui tra l’altro non era più neanche l’editore, perché l’aveva dovuto girare a suo fratello per rispettare almeno formalmente la legge Mammì, che stabiliva un’incompatibilità tra il possesso di televisioni e il possesso di giornali. Vorrei parlare, anzi far parlare di Montanelli: l’ho fatto in questo libro, “Montanelli e il Cavaliere” nel 2004, adesso l’ho ripubblicato perché non pensavo, ma da quando è morto, ossia nel 2001, moltissimi hanno continuato a occuparsi di lui; per fortuna moltissimi continuano a comprare i suoi libri, pensate che Montanelli continua a vendere all’anno 100. 000 copie circa dei suoi vari libri pubblicati da Rizzoli o ripubblicati da Rizzoli: vende più lui da morto che quasi tutti i giornalisti da vivi.

Appropriazione indebita di Montanelli

L’ho ripubblicato con un nuovo saggio introduttivo, perché non pensavo, ma in questi anni da quando Montanelli è morto si è continuato a parlare di lui con appropriazioni indebite, tentando di annetterlo a questa o a quella parte e questa è stata una delle operazioni vergognose che ho voluto smontare in questa nuova edizione del libro, che è pubblicato da Garzanti. L’altra operazione vergognosa è lo sputo sulla tomba: persone che non si erano mai azzardate a parlarne male da vivo, quando lui poteva rispondere e sappiamo come rispondeva, hanno cominciato a parlarne male da morto, pur potendolo fare anche quando era vivo e mi riferisco a alcuni sedicenti studiosi, che hanno voluto addirittura mettere in dubbio, in alcuni sedicenti saggi, che Montanelli fosse stato condannato a morte dai nazisti e avesse rischiato la fucilazione, se non fosse fortunosamente riuscito a fuggire. Quindi anche su quello ho fatto un po’ di ricerche storiche per andare a vedere la verità su quello che è successo nel 1944/45 nel carcere di Gallarate e nel cercare di San Vittore, dove Montanelli era recluso con la sua prima moglie colpevole di antifascismo, ossia colpevole di essere sempre contro il fascismo dal momento in cui il fascismo aveva raggiunto l’apice della sua popolarità: non dimentichiamo che Montanelli comincia a abbandonare il fascismo quando tutti corrono sul carro del vincitore, dopo l’impresa di Abissinia durante la Guerra di Spagna, esattamente come sarà poi contro il conformismo democristiano e bigotto degli anni 50 e 60, come sarà contro il conformismo di sinistra filo/PCI, o addirittura filo/gruppi extraparlamentari, post sessantottino, che contagiò quasi tutti i giornali, compreso Il Corriere della Sera negli anni 70 e come fu contro il conformismo veramente da regime, come lui scrisse fin dal 94, berlusconiano negli anni 90 fino al 2001, quando morì.
Naturalmente ripubblicando questo libro mi sono riletto moltissime delle cose che lui ha scritto negli ultimi sette anni della sua vita, quando praticamente il pensiero dominante per lui era quello che tutti i democratici hanno tutt’ora, come pensiero dominante e come incubo, se volete, ovvero non tanto Berlusconi, quanto il berlusconismo. E mi sono reso conto che a fare scandalo e a rendere così insopportabile la vera storia di Montanelli e Berlusconi è un episodio: un episodio che segna l’inizio di un serial che ha visto cadere sotto la censura tutti i migliori giornalisti italiani, tutti i più bravi e i più amati giornalisti italiani e, contemporaneamente, tutti coloro che si sono occupati di satira in Italia in questi 15 anni. L’ultimo caso è quello di Vauro, ma sarebbe sbagliato prenderlo come un fungo che cresce in un luogo privo di funghi: Vauro è l’ultimo satirista che viene colpito come sono stati colpiti grandi giornalisti e grandi satiristi in quei dieci anni e tutto è cominciato esattamente l’8 gennaio del 1994, è quello il giorno in cui avviene una rottura anche in un Paese poco incline alla cultura liberale come l’Italia.

La legge Mammì e Berlusconi

Che cosa succede l’8 gennaio 1994? Succede che il Cavalier Silvio Berlusconi in procinto, ma non ancora ufficialmente - l’aveva dichiarato - di entrare in politica, di “ scendere in campo”, come avrebbe detto lui alla fine del mese, sale le scale della sede de Il Giornale in Via Gaetano Negri a Milano, raggiunge la sala dove si stava per tenere l’assemblea dei redattori e arringa i giornalisti de Il Giornale in assenza e all’insaputa di Montanelli. Antefatto: Berlusconi non aveva mai messo piede nei piani alti de Il Giornale per una ragione molto semplice: che quando ne era diventato l’azionista e poi l’editore Montanelli non gli aveva mai permesso e lui non si era mai azzardato a mescolarsi con Il Giornale, si occupava ovviamente dell’amministrazione come fanno gli editori. Nel 90 aveva poi lasciato il suo ruolo di editore, cedendo le quote al fratello Paolo, come vi ho detto, per aggirare la legge Mammì. Non è una cosa da poco aggirare la legge Mammì, perché la legge Mammì, che pure è una barzelletta per quanto riguarda i criteri antitrust, è la legge che ha consentito a Berlusconi di continuare a possedere l’intero panorama della televisione commerciale in Italia, prevedeva e prevede delle sanzioni, ovvero la perdita immediata della concessione pubblica da parte di chi la violasse: sappiamo che Berlusconi l’ha violata almeno per due profili, da un lato perché continuava a essere il reale proprietario de Il Giornale, come dimostra quello che è accaduto l’8 gennaio del 1994, quindi avrebbe dovuto perdere la concessione per le televisioni e poi perché continuò a controllare ben più del 10% di Telepiù, la pay tv che aveva messo in piedi e che poi la Mammì lo costrinse a cedere nella quota eccedente il 10% e lui, ovviamente, la aggirò passando le quote a dei suoi amici e prestanomi che spesso lui stesso aiutava a comprarle, come poi è venuto fuori dai processi e naturalmente come poi le famose authorities non hanno voluto sanzionare perché fanno sempre finta di niente. Pensate soltanto alle authorities in questi giorni che cosa non stanno facendo rispetto alla violazione palese della legge Gasparri e della legge Frattini: sono due leggi che Berlusconi ha fatto nel 2004 e sono due leggi che Berlusconi viola; non so se avete sentito l’Avvocato Ghedini l’altro giorno a Annozero dire “ beh, ma Berlusconi l’ha fatto lui il Testo Unico dei beni culturali, mica potrà violarlo!”: non so se la regola valga anche per la Gasparri e per la Frattini, fatto sta che le sta violando tutte e due. La Gasparri stabilisce che i dirigenti della RAI li nomina il Consiglio di amministrazione, però il Consiglio di amministrazione, come sapete, non si riunisce a Palazzo Grazioli, ma si riunisce non so se al settimo o all’ottavo piano di Viale Mazzini 14, mentre invece le nomine si stanno facendo a casa di Berlusconi e lui ha anche annunciato “ guardate che vi siete sbagliati, perché i nomi che ho in mente non sono quelli che avete scritto, ma sono altri” e quindi ha confermato pienamente che se ne sta occupando lui, senza averne alcun titolo. In più c’è il fatto che se ne sta occupando un signore che è anche il proprietario della concorrenza e che, naturalmente, ha tutto l’interesse a piazzare dei dirigenti inadeguati alla RAI per guadagnare in ascolti e in pubblicità su Mediaset. E di dirigenti inadeguati nominati da Berlusconi alla RAI ce ne è una lunga tradizione, come evidentemente ricordate, ma i nomi che circolano in questi giorni ci dicono che in futuro avremo dirigenti se possibile ancora più inadeguati di quelli che aveva nominato le altre volte, perché Mediaset è molto in difficoltà e c’è bisogno proprio di una RAI diretta da un gruppo di paracarri e di piante grasse, di Ficus probabilmente. Passeremo dal genere animale al genere vegetale.
Ritornando a bomba, violò la legge Mammì e la violò perché andò a parlare con una redazione che non doveva avere nulla a che fare con lui e con cui lui non doveva avere nulla a che fare: perché ci andò? Perché da mesi aveva avvertito Montanelli della propria intenzione di scendere in campo politicamente, Montanelli gli aveva sconsigliato tutto ciò, Berlusconi se ne era infischiato e aveva ragione Berlusconi, perché nelle condizioni in cui era, come disse giustamente a Montanelli e a Biagi, “ se non entro in politica vado a finire in galera e fallisco per debiti”, quindi non poteva fare altrimenti: o la galera o il governo, scelse il governo e evitò la galera e i debiti. Però Montanelli gli aveva detto che mai e poi mai Il Giornale sarebbe diventato il suo organo di partito: Berlusconi fece un discorso molto chiaro, nelle riunioni che teneva il sabato a Arcore, con tutti i direttori dei giornali e dei telegiornali delle sue reti, Montanelli non ci andava, ci andava il condirettore Federico Orlando e Berlusconi aveva detto chiaramente “ dovremo diventare un’orchestra che suona uno spartito unico: il mio” e l’unico che disse esplicitamente di no fu Montanelli (Federico Orlando, ovviamente). Trovate tutto in un libro che si intitola “ Il Sabato andavamo a Arcore”, pubblicato da Federico Orlando per l’editore Larus, oppure nel libro “ Montanelli e il Cavaliere”.
A quel punto Berlusconi decide di sostituire Montanelli, perché già sa che Montanelli, simbolo dell’Italia liberaldemocratica, conservatrice gli dirà di no e gli dirà di no sul giornale edito da suo fratello, quindi praticamente sarà una critica, quella di Montanelli, che vale il triplo rispetto a quelle che partono da sinistra, perché nessuno potrà accusare Montanelli di essere diventato di sinistra. Avere un nemico dalla propria, dalla parte dei propri elettori, moderati, conservatori etc., sarebbe stato devastante e conseguentemente Berlusconi spera di riuscire a pensionare Montanelli dandogli un ruolo di padre nobile da accantonare e da mettere in un angolo, oppure addirittura da mandare via, non pensando che Montanelli a 85 avrebbe tirato fuori le energie per fondare un nuovo giornale. Quindi aspettava l’occasione per farlo fuori e intanto gli faceva massaggiare i nervi dai suoi sgherri, dai suoi killers, che in televisione sparavano a zero contro Montanelli un giorno sì e l’altro pure: erano i soliti Sgarbi e Fede, non sono cambiati i nomi. Leggerete che cosa sono riusciti a dire Sgarbi e Fede in quei mesi: cose di cui persino loro dovrebbero vergognarsi, il che è tutto dire.

Fede chiede le dimissioni di Montanelli

Ma Montanelli i nervi non se li lascia saltare e continua a non dimettersi: aspetta che qualcuno lo faccia fuori, tenete presente che Montanelli è il giornalista più importante, più famoso, più bravo secondo me d’Europa allora e anche dopo allora, conseguentemente a Berlusconi cominciare la sua avventura politica cacciando il più grande giornalista d’Europa probabilmente creava qualche problema. Allora sperava che se ne andasse Montanelli e Montanelli non si muoveva, finché a un certo punto Emilio Fede, il servo più servile, più zelante, il giorno dell’Epifania, il 6 gennaio del 94, quando mancano ormai tre settimane alla discesa in campo di Berlusconi, si presenta al Tg4 e chiede le dimissioni di Montanelli, il quale il giorno dopo gli dedica un controcorrente: vedete la differenza di stile che c’è tra Montanelli e questi poveretti che hanno preso il suo posto al giornale, che dedicano decine e decine di pagine a Santoro etc.. Montanelli, quando doveva polemizzare, lo faceva con un controcorrente di dieci righe, cinque righe: “ Giovedì sera annuncio a sorpresa di Emilio Fede nel suo Tg4: adesso - ha detto - voglio parlarvi di informazione: c’è sempre una prima volta!”, questo è come Montanelli ha sistemato Emilio Fede il giorno dopo, mentre tutti i giornali scrivevano “ Fede contro Montanelli: c’è dietro Berlusconi, lo cacceranno” etc. etc., dieci righe. Questo è il detonatore, perché? Perché tutti i giornali - all’epoca esistevano ancora dei giornali con dei direttori che sapevano difendere la libertà di stampa - intervennero dicendo che era una vergogna quello che succedeva, un giornalista - se possiamo chiamare Fede giornalista, diciamo un iscritto all’albo dei giornalisti - che chiede la cacciata del più grande giornalista italiano al suo padrone. Per esempio, su Il Messaggero uscì un editoriale dal titolo “ Va in onda la liberaldemocrazia”, durissimo contro Berlusconi; sentite: “ dal pulpito di rete 4 è stata impartita ieri sera una lezione di intolleranza, proprio mentre infuria la polemica su quanto sia favorito, rispetto ai concorrenti, un candidato alle elezioni che possiede tre reti televisive - all’epoca se ne parlava, pensate! - l’invito di Emilio Fede a cacciare Montanelli perché troppo autonomo è il primo esempio pratico del livello di indipendenza che potrebbe crearsi all’interno dell’impero di Berlusconi”. Questo episodio moltiplica l’inquietudine, perché lascia capire quanto potrebbe essere forzatamente massiccio e compatto il sostegno al Cavaliere degli organi di informazione del suo gruppo: “guai a chi si azzardasse a uscire, anche per un attimo, dal coro, la durezza dell’intervento, preannunciato proprio perché avesse maggiore risonanza, mostra lontane tentazioni da Min. Cul. Pop. (Ministero della Cultura Popolare di Mussolini) e lascia sbigottiti. E’ auspicabile che si tratti soltanto della mossa maldestra di un giornalista bravo ma troppo zelante, convinto di fare la cosa gradita al proprio editore: certo resta da vedere se Berlusconi presterà orecchio a questi consigli, speriamo che non lo faccia e si mostri del tutto estraneo all’iniziativa, anche perché condividerla sarebbe mossa improvvida per chi si presenta come un campione della liberaldemocrazia”.
Sapete chi era questo signore che si stracciava le vesti contro Berlusconi e Emilio Fede? Paolo Bonaiuti: non è un omonimo, è proprio lo stesso che oggi fa da portavoce a Berlusconi e trovate.. è quel signore che compare soprattutto la domenica, quando va in riposo Capezzone, anche Capezzone chiude per riposo settimanale come le pizzerie, in quel caso subentra Bonaiuti. E’ quel signore che vedete vestito in modi variopinti, che fa sempre così con la testa, come quei cagnolini che stanno sul retro delle macchine degli agricoltori, vicino al cappello di paglia. Ecco, quello è Bonaiuti: all’epoca era vicedirettore de Il Messaggero, era di sinistrissima naturalmente e sparava a zero, scrivendo delle cose anche condivisibili, nel senso che anche lui ha avuto un periodo in cui ragionava con la sua testa, poveretto, poi ha smesso!

Berlusconi irrompe in redazione

Per dirvi che questo era il clima nel quale Berlusconi decide di andare in redazione a Il Giornale per smentire questa cattiva stampa che gli sta venendo addosso e non si rende conto, in realtà, che sta semplicemente alimentando proprio l’interpretazione che ha dato persino Bonaiuti, ossia che siamo di fronte a un atto sommamente illiberale. Va alla redazione de Il Giornale, io quel giorno non c’ero, ero a Torino e un collega mi fece sentire al telefono gran parte dell’intervento di Berlusconi, che pure fu abbastanza breve e comunque trovate il testo nel libro; Berlusconi disse sostanzialmente che, se la redazione voleva combattere con armi adeguate - cioè a cannonate - contro i comunisti, non sarebbero mancati i mezzi per farlo: i mezzi erano quelli che da anni i giornalisti de Il Giornale chiedevano, almeno i computers, in quanto Il Giornale era l’unico quotidiano nazionale che aveva ancora le macchine per scrivere, non aveva ancora le tecnologie e poi c’erano stipendi da fame, completamente fuori mercato. Promise tecnologie e soldi, fece capire che sarebbero arrivate le tecnologie e i soldi se si fosse voluta combattere la battaglia sua, ossia quella di un anticomunismo completamente fuori tempo massimo, nel senso che il muro di Berlino era caduto da cinque anni, si combattevano i comunisti quando non c’erano più. Se invece si voleva attardarsi dietro la cosiddetta linea del fioretto, cioè Montanelli, che era considerato ormai un rammollito, uno che combatteva i comunisti con il fioretto anziché con il manganello e con la clava, beh, allora ciccia: questo fu il discorso ricattatorio di uno che non era più l’editore de Il Giornale ai giornalisti de Il Giornale in assenza del direttore. Capite che in sostanza Berlusconi invitava la redazione a sollevarsi contro il suo fondatore e direttore, il quale, ignaro di quello che stava succedendo, stava qualche piano sotto. Questo è lo scandalo, questa è la cosa che i berlusconiani non riescono a accettare: perché? Perché se ne rendono conto anche loro che, se accettassero che le cose sono andate così - e sono andate così! - il loro campione sarebbe semplicemente un dittatorello da quattro soldi che aveva rivelato di essere un dittatorello fin da prima di scendere in campo, quindi neanche che si sia guastato work in progress. Ecco perché in questi anni, approfittando del fatto che Montanelli non c’è più, hanno cominciato un’opera di negazionismo e di revisionismo sul divorzio tra Montanelli e Berlusconi e, proprio di questo, mi sono occupato in questa prefazione, in questa nuova introduzione del libro, citando le cose incredibili che si sono lette in questi anni su Il Giornale: su quel giornale dal quale era stato cacciato Montanelli, quel giornale che hanno accettato di dirigere prima Vittorio Feltri al posto di Montanelli, poi Mario Cervi al posto di Montanelli, poi Maurizio Belpietro, fino al poveretto che avete visto anche voi due settimane fa a Annozero e che non nomino per questioni di decenza.
Tutti questi signori hanno tentato, a poco a poco, una riappropriazione indebita di Montanelli - ripeto - cacciato dal giornale che aveva fondato, nell’indifferenza di tutti costoro che, naturalmente, hanno continuato a scriverci o hanno addirittura ricominciato a scriverci come Cervi, che era passato alla Voce insieme a noi e poi è tornato indietro con il biglietto di andata e ritorno, come se quello non fosse il giornale dal quale Montanelli era stato cacciato e sul quale Montanelli è stato insultato dal 94 al 2001, persino durante la direzione di Cervi. Tant’è che Montanelli, negli ultimi giorni della sua vita, manifestò molta amarezza e un’intervista a Diario, per esempio, a Pietro Cheli disse che da Cervi certe cose non se le sarebbe aspettate.
Comunque dopo morto hanno cominciato a dire che il divorzio non era dovuto a quell’irruzione di Berlusconi e anzi, che quella di Berlusconi non fu un’irruzione, che Berlusconi entrò in redazione con il consenso di Montanelli, che in realtà Montanelli non se ne era andato per dissensi politici sulla discesa in campo di Berlusconi, per il conflitto di interessi etc., se ne era andato così per una bizza umorale, per un’alzata di testa senile, oppure perché era geloso, come ha detto Berlusconi: “ Montanelli era geloso di me e avrebbe voluto diventare come me ma non c’era mai riuscito”, pensate la piccolezza di questo ominide!
Il problema è che Montanelli ha sempre raccontato il contrario, ossia che lui non sapeva che Berlusconi stava arringando la sua redazione e che tutto ciò avvenne a sua insaputa: lo disse in una famosa telefonata a Raggio Verde il 23 marzo 2001, dieci giorno dopo che io ero stato intervistato da Luttazzi al Satyricon, c’erano anche allora polemiche sulla RAI, c’erano già preannunci di epurazioni come ce ne sono oggi e conseguentemente Feltri era venuto a Raggio Verde da Santoro a dire che Montanelli anzi, era un voltagabbana, era uno che aveva tradito il suo benefattore, perché Berlusconi sarebbe un benefattore e allora intervenne telefonicamente Montanelli per dire testualmente “ intanto voglio ringraziare Travaglio, il quale ha detto l’assoluta e pura verità, assolutamente la versione che lui ha dato degli avvenimenti è quella esatta e debbo dire che devo manifestare una certa sorpresa per quello che ha detto Feltri, il quale senza dubbio sa come andarono le cose e queste cose le ripeto in sua presenza. Feltri dice che la mia condotta verso Berlusconi era stata ambigua e gli rispondo che ho conosciuto due Berlusconi, ossia il Berlusconi imprenditore privato che comprò Il Giornale e noi fummo felici di venderglielo, perché non sapevamo come andare avanti, su questo patto: tu, Berlusconi sei proprietario de Il Giornale e io, direttore, sono il padrone del giornale, nel senso che la linea politica dipende solo da me. Questo fu il punto tra noi due e quando Berlusconi mi annunziò che si buttava in politica, capii subito quello che stava per accadere: cercai di dissuaderlo, d’accordo con Confalonieri e con Gianni Letta, neanche loro volevano che il Cavaliere entrasse in politica, ma tutto fu inutile e dal momento in cui lo decise mi disse “ da oggi Il Giornale deve fare la politica della mia politica”. Io gli dissi “ non ci pensare neanche” e allora lui riunì la redazione a mia insaputa totale, come ha raccontato Travaglio e disse “ d’ora in poi Il Giornale farà la politica della mia politica” e a quel punto me ne andai, cosa dovevo fare? Questo Feltri lo sa, ma non lo può dire perché andò a prendere il posto di Montanelli cacciato in quel modo”, cosa che poi Montanelli scrisse anche due giorni dopo su Il Corriere della Sera il 25 marzo 2001: “ riunita a mia insaputa la redazione egli la avvertì (la redazione) in parole povere che, se volevano più quattrini anche nella busta paga, non avevano che da mettersi al servizio dei suoi interessi politici, ora che aveva deciso di scendere in lizza.” La risposta della redazione furono 35 lettere di dimissioni che poi diventarono 55, infatti furono 55 gli ex giornalisti de Il Giornale che andarono a lavorare alla Voce con Montanelli. Quello è il punto chiave, quello è l’inizio di tutto, quello è l’inizio del regime: l’inizio del regime è addirittura un po’ precedente rispetto al discorso della discesa in campo e alla nascita del primo governo Berlusconi, quando comunque Montanelli immediatamente fin dal 94 - tenete presente che stiamo parlando di quindici anni fa - per primo cominciò a avvertire sui pericoli di regime che l’Italia correva. E allora concludo con alcune cose che diceva Montanelli, a proposito del berlusconismo: “ il regime si realizzerà dopo la vittoria del Polo, la prima cosa che farà Berlusconi sarà spazzare via l’attuale dirigenza RAI per omologarne le tre reti a quelle sue”, sembra scritto oggi perché ogni volta Berlusconi fa le stesse cose, il problema è che c’è qualcuno che lo scrive e che lo vede e c’è qualcuno che fa finta di niente. Oggi quelli che fanno finta di niente sono la stragrande maggioranza, proprio anche perché su Il Corriere non c’è più Montanelli a scrivere, su La Stampa non ci sono più Galante e Garrone, Bobbio, non c’è più Silos Labini, non ci sono più i grandi vecchi che queste cose le dicevano e le sentivano.

Il vaccino Berlusconi

“Questa non è la destra, questo è il manganello: gli italiani non sanno andare a destra senza finire nel manganello; era Mussolini che non sopportava la satira, ma queste parole, “ ripuliremo la stalla” al signor Gianfranco Fini chi gliele ispira? Siamo di nuovo allo stesso: la lotta contro la satira che parte da Fini, che dichiara indecente la trasmissione di Santoro e Berlusconi che gli va dietro e i vertici della RAI che eseguono. Berlusconi non delude mai: quando ti aspetti che dica una scempiaggine la dice, ha l’allergia alla verità, ha una voluttuaria e voluttuosa propensione alle menzogne, chiagne e fotte dicono a Napoli dei tipi come lui e si prepara a farlo per cinque anni”. L’abbiamo visto chiagnere in questi giorni copiosamente e intanto, a Palazzo Grazioli, fotte. “ L’Italia berlusconiana è la peggiore delle Italie che ho mai visto per volgarità e bassezza. Il berlusconismo è la feccia che risale il pozzo, gli italiani devono vedere chi è questo signore: Berlusconi è una malattia che si cura soltanto con il vaccino, con una bella iniezione di Berlusconi a Palazzo Chigi, al Quirinale, al Vaticano, dove vuole, soltanto dopo saremo immuni!”. Qualcuno dice che il vaccino non ha funzionato: in realtà ha funzionato, tant’è che Berlusconi dal 2001 al 2006 perse tutte le elezioni, dalle regionali alle provinciali, alle comunali, alle circoscrizionali, alle europee, alle politiche del 2006, dopodiché arrivò il centrosinistra che purtroppo è l’antidoto al vaccino, per cui ogni volta il centrosinistra, per cui ogni volta il centrosinistra neutralizza il vaccino e ci ripropina la malattia, nella quale oggi siamo di nuovo pienamente immersi.
“ Spero - diceva Montanelli - che l’Europa tratti Berlusconi con l’indignazione e il disprezzo che merita”: l’altro giorno l’ha detto Antonio Tabucchi, “ bisogna rivolgersi all’Europa, assediare l’Europa perché faccia con l’Italia quello che sta facendo con i Paesi dell’ex blocco sovietico che sono entrati”. Voi sapete che c’è l’Ocse che li sta educando sui principi della liberaldemocrazia, sui principi della divisione dei poteri e dobbiamo pretendere che l’Europa metta sotto osservazione l’Italia, se non c’è più nessuno che sia in grado di dirlo con le sue parole può prendere quelle di Montanelli e utilizzarle, nessuno gli chiederà il copyright, passate parola! " xxx

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Panico a "Domenica In" per una battuta del mago Silvan su Berlusconi, il cui nome non va pronunciato invano



Mer. 22.04.2009 - "Due cose sono infinite: l'universo e la stupidità umana, ma riguardo l'universo ho ancora dei dubbi." Albert Einstein.
Se non ci fossero servi non esisterebbero padroni, ma una comunità di persone libere nel pensiero, e nella vita.
Protagonista, con il mago Silvan, la conduttrice Lorena Bianchetti. xxx

xxxProsecuzionexxx

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martedì 21 aprile 2009

Libera informazione - In Italia è in atto una vera dittatura della parola: informiamone l'Europa, chiediamone l'intervento



Mar. 21.04.2009 - Sul sito di MicroMega è possibile ascoltare la conversazione di Antonio Trabucchi, della quale riporto, a seguire, la trascrizone.

" Ho ricevuto una telefonata dal “Manifesto” per scrivere un articolo sulla situazione di censura che c'è in Italia attualmente, ho rifiutato di farlo perché ho detto che, in qualche modo, tutti i giornali sono sotto controllo, ovviamente non tanto di Berlusconi, molte volte sono sotto controllo da loro stessi. Lo dimostra il fatto che non si può neanche criticare le rapide firme del Presidente della Repubblica perché si viene linciati; e questo non succede in nessun Paese, in nessun paese dell'Occidente succede questo, ma in Italia succede. xxx

A questo punto l'amico Valentino Parlato mi ha fatto delle domande e ho risposto ad una sorta di intervista; mi piacerebbe in qualche modo mandarla in onda sul libero blog di MicroMega net.

Nel 2002 scrissi, credo proprio per MicroMega, un testo che si chiamava “Il silenzio è d'oro”, che poi è stato ripubblicato in un libro, non molto diffuso, o per lo meno non diffuso come io avrei desiderato, pubblicato dalla Feltrinelli due, tre anni fa, che si chiama “L'oca al passo – Notizie dal buio che stiamo attraversando”. “Il silenzio è d'oro” era una sorta di manifesto per la parola e diceva così: “ci sono varie forme di dittatura, in Italia è in atto una dittatura della parola; 2) perché la parola è d'oro e la possiede una sola persona, un uomo politico, che è contemporaneamente il capo di un governo, il padrone di quasi tutti i media che trasportano la parola; 3) l'Italia appartiene solo in apparenza alla democrazia europea, in realtà ne è una versione orientale alla maniera di Eliogabalo; 4) qualche anno fa un settimanale titolava --Scrittore, perché non parli?--, è il caso di ripetere la domanda, perché se eventualmente uno scrittore contraddice le parole di Eliogabalo, ecco che da più parti si alzano voci autorevoli elogiando il silenzio; 4) Ma l'elogio del silenzio non si può fare senza le parole, per coerenza andrebbe fatto in silenzio. Coloro che allora invocavano il silenzio, elogiavano il silenzio. ?Ma a chi chiedevano il silenzio, coloro che elogiavano il silenzio? ?Lo chiedevano forse a Eliogabalo? ?O ai suoi strilloni? ?O ai suoi schermi televisivi? ?O ai bandi stampati che lui fa pubblicare e che gli appartengono? No, lo chiedevano e lo chiedono a voi, che avete osato dire una parola contro il suo impero.

In questo momento, sto notando, veramente, un silenzio assordante, da parte di voci autorevoli, in Italia, su ciò che sta succedendo, esclusa la magnifica, straordinaria, voce di Camilleri. Intervenire su questa situazione è, forse, tardivo, perché sarebbe stato necessario che qualcuno si fosse mosso prima e avesse impedito che la situazione arrivasse a questo punto. Ma questo qualcuno, in questo caso, non sono gli intellettuali, sono proprio i giornalisti, cioè tutti coloro che la censura colpisce e zittisce. Non si possono fare gli interventi come il mio senza pensare ad un contesto, per questo motivo vorrei ricordare che quando Berlusconi emise il cosiddetto editto bulgaro, la Federazione della stampa italiana non si mosse, lasciò che dei giornalisti di altissimo livello e di grande esperienza, come Biagi, Santoro, e altre persone, venissero licenziate, Luttazzi etc., venissero licenziate in tronco dalla televisione di Stato, per la quale noi paghiamo il canone, da un signore che con la televisione di Stato non c'entra niente. Mi chiedo: ?perché la Federazione della stampa non decretò alcuni giorni di lutto, di sciopero? ?O perché nessuno si mise a sedere sui pavimenti della RAI per essere portato via di peso, lasciarono che ciò succedesse tranquillamente: la situazione a questo punto è arrivata perché questo è stato concesso a un signore che con la televisione italiana non ci dovrebbe entrare assolutamente niente, visto che già impropriamente possiede le proprie.

Che cosa si può fare a questo punto, visto che se qualcuno osa criticare i padroni del vapore, viene denunciato o gli arrivano comunicazioni giudiziarie. Faccio una parentesi per dire che, per esempio, in questo momento, debbo preparare un mio atto di difesa perché il senatore Schifani mi ha fatto arrivare una comunicazione giudiziaria per avere, come dire, portato danni alla sua immagine, e nella quale mi chiede un milione e duecentomila, o duecentocinquantamila, o trecento, un milione e trecentomila, non mi ricordo bene, euro di risarcimento.
Visto che questi personaggi ormai hanno adottato questa strategia, e cioè: appena fai il loro nome ti fanno arrivare una comunicazione giudiziaria. Una comunicazione giudiziaria per uno scrittore, per un singolo, per un normale cittadino italiano, significa una grossa spesa, significa cercarsi avvocati, noi non ne abbiamo a bizzeffe come li hanno loro; significa preparare la propria difesa, significa trovarsi in una situazione abbastanza scomoda. Visto che sta succedendo questo a certi programmi della televisione, e cioè vengono colpiti dai dardi della censura, vengono esposti sulla pubblica piazza, come se fossero dei malfattori, solo perché hanno dato delle informazioni.

Allora io suggerisco e dico: se costoro, cioè i padroni del vapore, non hanno gli estremi per una denuncia di diffamazione nei confronti delle notizie che la trasmissione di Santoro ha fornito, ebbene, sarebbe interessante che la Federazione della stampa denunciasse alla Magistratura la Commissione di vigilanza della RAI per abuso di potere. Denunciandoli, probabilmente, gli equilibri cambiano; quindi denunciateli, il motivo poi lo troveranno gli avvocati, ma portiamo tutta questa gente di fronte a un Tribunale, Commissione di vigilanza. ?Ma a quale titolo, e perché poi noi dobbiamo essere vigilati? Ma che costoro vigilino sé stessi; o vigiliamoli noi , perché sono persone che debbono essere vigilate, molte volte. Ci sono e c'è della gente in quella Commissione di vigilanza, che secondo me avrebbe bisogno della nostra vigilanza.

Un secondo suggerimento da parte mia sarebbe quello di chiedere un'udienza urgente alla Commissione europea, e di farla convocare. La Commissione europea si convoca per un motivo di questo genere. La trasmissione di Santoro, o quanti altri scrivono su giornali, su stampa, su tutto ciò che in questo momento è sotto controllo, e a cui si vuole mettere un bavaglio, convocasse la Commissione europea portando le prove, gli articoli, la registrazione del programma, i testimoni, e che loro, i cosiddetti commissari di vigilanza portassero le loro, o venissero di persona a spiegare perché in Italia c'è una censura che negli altri paesi europei non esiste; fra l'altro, si darebbe così la possibilità alla Commissione europea, al Parlamento europeo, di esprimersi su argomenti importanti, oltre che sull'economia, o eventualmente sulla curvatura delle banane, o sul latte, perché tutti avranno notato che mai come adesso la credibilità delle Istituzioni europee era stata così bassa.

Si prevede un assenteismo enorme alle prossime elezioni europee, e secondo un sondaggio il 51% di europei non crede più nelle Istituzioni del proprio continente; forse con una certa ragione, perché questi attuali burocrati che ci stanno gestendo come se fossero negozianti, sembra che abbiano dimenticato i principi dei Padri fondatori dell'Europa; e mi riferisco a padri fondatori come Altiero Spinelli , De Gasperi o a Adenauer. Peraltro, i più, sono stati complici dell'Amministrazione Bush. Io credo che se li mettessimo di fronte alle proprie responsabilità, daremmo anche a loro un'occasione di ripensare ai principi della democrazia sui quali si fonda la Carta dell'Europa.

Sia come sia, se non si porta fuori da questa piccola Italia autarchica, da un punto di vista dell'informazione, il problema che ci riguarda, questo problema non lo conoscerà nessuno, perché dobbiamo essere noi, o meglio, dovete essere voi, i giornalisti, ad andare in Europa, e non ad aspettare che l'Europa vi venga a cercare; nel frattempo potrebbero, dico sempre i giornalisti, fare un sit in nella RAI, ma tutti i giornalisti che ci vogliono andare, la Federazione della stampa, i direttori dei giornali che non sono di Berlusconi, il direttore, per esempio, del Corriere della Sera, che ha fatto un bellissimo discorso teorico, venendo potrà fare una cosiddetta puntata riparatrice su uno dei giornalisti che ha rimproverato il programma di Santoro di “abuso di libertà”, fra l'altro costui è liberissimo di dire ciò che vuole, ma sarebbe interessante fargli notare che l'espressione “abuso di libertà” potrebbe essere considerata a sua volta un abuso di libertà in un altro regime, che non fosse democratico, e questo è pericoloso soprattutto per lui.

Io credo che sia arrivato il momento di far sapere all'Europa quello che succede in Italia, perché se continuate, giornalisti, mi riferisco ai giornalisti naturalmente, con questo mio modesto suggerimento, modesta proposta, se continuate a farla girare fra di voi, come se fosse un pallottoliere, questa notizia lascerà il tempo che trova. " xxx

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sabato 18 aprile 2009

"Gomorra": La sabbia che ha tirato su palazzi e grattacieli



Sab. 18.04.2009 - Dal Blog "VOGLIOSCENDERE", un articolo di Marco Travaglio (16.04.2009).

" Sgomorra
Zorro
l'Unità, 16 aprile 2009

Troppa sabbia nel cemento armato (si fa per dire). Stupore generale: chi l’avrebbe mai detto? In Abruzzo, poi, regione dotata di una classe politica così irreprensibile da aver avuto l’intera giunta arrestata nel ’93 (tutti assolti grazie all’abolizione del reato, tranne il presidente Salini, condannato per falso e dunque promosso deputato da FI e poi passato all’Udeur) e un altro governatore, Del Turco, arrestato l’anno scorso. xxx

Ora i pm paventano infiltrazioni della camorra nella ricostruzione e il neogovernatore Chiodi s’indigna. Camorra in Abruzzo, ma quando mai? Bastava leggere un libro semiclandestino scritto da un ragazzo casalese, uscito tre anni fa. A pagina 236, nel capitolo «Cemento armato», il giovane scrittore scandisce il ritornello post-pasoliniano «Io lo so e ho le prove», poi butta lì: «Tutto nasce dal cemento, non esiste impero economico nel mezzogiorno che non veda il passaggio nelle costruzioni: appalti, cave, cemento, inerti, mattoni, impalcature, operai… So come è stata costruita mezza Italia. E più di mezza. Conosco le mani, le dita, i progetti. La sabbia che ha tirato su palazzi e grattacieli. Quartieri, parchi e ville. A Castelvolturno nessuno dimentica le file dei camion che depredavano il Volturno della sua sabbia… attraversavano le terre costeggiate da contadini che mai avevano visto questi mammut di ferro e gomma… Ora quella sabbia è nelle pareti dei condomini abruzzesi…». Quel giovane scrittore si chiama Roberto Saviano. E il suo romanzo «Gomorra». Lo celebrano tutti. Purché, beninteso, nessuno lo legga. " xxx

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Terremoto - La legalità può attendere !!! - È il momento degli "uomini del fare" !!! ... C'è sempre tempo per la Giustizia



Sab. 18.04.2009 - Ieri scrivevo su altro Post: "Non ancora ultimata la sepoltura dei morti, inizia la corsa a salvare i possibili responsabili, vivi (e forse influenti).".
È sicuramente casuale, mi turba però leggere oggi su "la Repubblica.it" quanto segue.

" Il premier chiede che i giornali smettano di riempire pagine su questo argomento
"Se ci sono responsabilità emergeranno, ma ora pensiamo alla ricostruzione"

Inchieste, scontro Berlusconi-giudici
"Cose accadute, ora non si perda tempo"
xxx

La replica del procuratore: ''Non vedo che nesso possa esserci tra la ricostruzione e l'accertamento delle responsabilita''.

L'AQUILA - "Per favore non perdiamo tempo, cerchiamo di impiegarlo sulla ricostruzione e non dietro a cose che ormai sono accadute". E' l'ennesimo attacco del presidente del Consiglio ai media, e in particolare a quelli che dopo il terremoto hanno messo in luce le tante zone d'ombra del sistema edilizio abruzzese. Più di una semplice tirata d'orecchie, poco meno di una censura, dunque. Tanto che il premier si spinge ad un vero e proprio "invito" alla stampa: "Se qualcuno è colpevole, le responsabilità emergeranno - ma, per favore, non riempiamo le pagine dei giornali di inchieste".

"Quando ci sono questi eventi - insiste dall'Aquila il vcavaliere, - c'è chi si rimbocca le maniche e chi invece si prodiga a ricercare responsabilità. Io sono diverso, non è nel mio dna. E poi, per indicare responsabilità ci devono essere prove consistenti".

"A me sembra inverosimile - continua il premier -, un costruttore che costruisce su una zona sismica e risparmia sul ferro e sul cemento può essere solo un pazzo o un delinquente". E comunque, conclude, se ci sono state responsabilità nei controlli non sono della mia parte politica, in quanto negli anni passati questa regione e questa provincia sono state amministrate dalla sinistra".

La replica del procuratore. L'inchiesta sui crolli a L'Aquila ''non e' una perdita di tempo''. Cosi' il Procuratore del capoluogo abruzzese, Alfredo Rossini, ha commentato le dichiarazioni del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. ''Non vedo che nesso possa esserci tra la ricostruzione e l'accertamento delle eventuali responsabilita''.

L'accusa di Napolitano. Sul tema interviene anche il capo dello Stato, che punta l'indice contro il "disprezzo per il bene comune e per le regole" che emerge dalle inchieste sulla costruzione di tanti palazzi crollati con il terremoto in Abruzzo.

Il presidente parla di comportamenti "dettati dall'avidità, dalla sete di ricchezza e di potere, dal disprezzo per l'interesse generale e dall'ignoranza dei valori elementari di giustizia e solidarietà". "E - continua - persino quando oggi pensiamo all'Abruzzo, e soffriamo per le vittime dei danni provocati dal terremoto non possiamo non ritenere che anche qui abbia contato in modo pesante, abbiamo contribuito alla gravità del danno e del dolore umano da esso provocato, anche questi comportamenti: sprezzo delle regole, disprezzo dell'interesse generale e dell'interesse dei cittadini".

(18 aprile 2009) " xxx

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Un fisico russo: “Prevedere le scosse è possibile. Ma i sismologi non collaborano”



Sab. 18.04.2009 - Dal sito "Italia News" (11.04.2009).

" dall’inviato ALESSANDRO FARRUGGIA

Mosca, 11 aprile 2009 - “I SISMOLOGI hanno torto a dire che la previsione dei terremoti è impossibile. Praticamente il problema è risolto ed è solo a causa della loro opposizione che la nostra tecnica non può essere implementata con la velocità che dovrebbe”. xxx

Va dritto al punto il professor Sergey Pulinets. Fisico, 58 anni, oggi vicedirettore del Centro di monitoraggio aerospaziale di Mosca dopo essere stato all’istituto di geofisica dell’università di Città del Messico e prima ancora all’Istituto per il magnetismo terrestre e la ionosfera (Izmiran) di Mosca, è forse il massimo studioso di previsione di terremoti. Ha pubblicato nel 1994 i primi lavori, i primi modelli nel 1998-2000 e li ha via via raffinati valorando con il fisico russo Dimitar Ouzounov (già Nasa/Giss, oggi alla Chapman university) fino a lavori sempre più dettagliati che, nel febbraio 2007 sono ad esempio stati pubblicati su Annals of Geophisics (”http://hdl.handle.net/2122/3512″), nel maggio 2007 su Eos, la rivista dell’American Geophisical Union (volume 88, numero 20) e nel dicembre 2008 sono stati presentati come studio di Pulinets, Ouzonov e altri alla conferenza della American Geophisical Union (”http://adsabs.harvard.edu/abs/2008AGUFM.S52A..06O”).

Professor Pulinets, che ne pensa della teoria di Giampaolo Giuliani sul radon?
“Giuliani ha ragione a dire che il radon è un precursore sismico. Ma hanno ragione anche i sismologi a dire che non è un parametro affidabile. Ci sono molti casi di terremoti nei quali l’emissione non è registrata. E noi abbiamo trovato il perché. Il radon è effettivamente rilasciato prima di ogni grande terremoto, ma la sua distribuzione spaziale è molto sparsa. Dato che non puoi coprire il mondo di sensori, è una questione di fortuna trovarlo. Ma per fortuna il radon può essere visto dai satelliti…”.

In che modo?
“Le emissioni di radon innescano una catena di reazioni nell’aria che causano un’anomalia termica. Dal satellite la possiamo registrare e mettere in correlazione con altri parametri come le emissioni infrarosse terrestri, i parametri elettrici della ionosfera e del radon da stazioni a terra. Questa è la chiave giusta: quando registri una variazione simultanea di molti parametri l’indicazione è chiara”.

Quanto prima riuscite a prevederlo e su che scala?
“Per un forte terremoto le anomalie compaiono da 1 a 5 giorni prima della scossa. Mediamente siamo in grado di identificarle 2 giorni e mezzo prima in un’area di 2-300 chilometri, che è possibile ridurre a 100 chilometri”.

I vostri sono solo studi su terremoti già successi o anche su terremoti attesi?
“Abbiamo iniziato a studiare terremoti già verificatisi. uno dei nostri studi ha riguardato il terremoto in Irpinia nel 1980. E i precursori erano chiari. Ora lavoriamo anche sui terremoti attesi. Ma siamo scienziati e noi non vogliamo lanciare allarmi alla popolazione fino a che il modello non sarà raffinato. Abbiamo così una rete che copre alcune zone ad altissima sismicità come Taiwan, la Turchia e il Giappone e inviamo le previsioni solo a colleghi che lavorano nello stesso campo. I risultati sono estremamente incoraggianti. Quando abbiamo iniziato, periodo marzo-giugno 2007, su 25 alert, 21 alert erano esatti e 4 falsi allarmi. E il trend è quello”.

Sareste disponibili a coprire anche l’area degli Appennini?
“Siamo aperti alla cooperazione. Il sistema può essere implementato per l’Italia a basso costo: un laboratorio con non più di 5 persone con calcolatori e linee dati ad alta velocità e dei team sul terreno per validare i dati. Noi siamo disponibili. Mi auguro che i sismologi, da sempre prevenuti verso questo approccio, vi consentano di farlo…. " xxx

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La previsione dei terremoti con la tecnica del radon - IL SOLE 24 ORE



Sab. 18.04.2009 - Da "Il Sole 24 Ore .com" (06.04.2009), di Elisabetta Durante, giornalista scientifica.

" Venerdi 27 marzo le macchine cominciano a segnalare un'attività anomala, com'era accaduto nel 2002, alla vigilia del terremoto di S. Giuliano, nel 2003 prima del sisma sui Monti Frentani, nel 2004 ad Ascoli Piceno ecc. I picchi arrivano giovedi 2 e venerdi 3 aprile. xxx

Le misure effettuate dal tecnico dell'Inaf Giampaolo Giuliani nei giorni precedenti il terremoto dell'Aquila appartengono ad una serie di osservazioni iniziate parecchi anni fa e condivise con i fisici Victor Aleeksenco, direttore negli anni '70 del laboratorio russo underground di Baksan, e Nicola Zaccheo, all'epoca ricercatore alla Caltech University di Pasadena (vedi Il Sole 24 Ore del 10-6-2005):
risale a otto anni fa, infatti, la messa a punto del primo apparato rivelatore, con cui si decide di analizzare il fenomeno delle emissioni del radon, un gas che si libera dal sottosuolo in particolari situazioni d'instabilità e che si sospetta legato ai terremoti.
Il fenomeno, va precisato, è già noto da tempo e ben descritto in un lavoro svolto da Chu King per lo U.S Geological Survey.

Ma la previsione dei terremoti è materia difficile, su cui ci si deve muovere con i piedi di piombo: se si annuncia un terremoto, bisogna anche dire quando, dove, quanto, e una generica stranezza nel comportamento del radon non basta. Anche a voler essere cauti, però, le misure di Giuliani sono tali e tante che un paese ad altissimo rischio sismico dovrebbe prenderlo in considerazione e lavorarci seriamente sopra.
Tutto si basa su un particolare algoritmo ed un rivelatore di tipo innovativo, derivato dalla Fisica delle particelle, che segnala gli spike-likes, picchi istantanei tipici del radon: picchi che sembra si siano sempre prodotti finora nell'area interessata e nell'imminenza di scosse (poi puntualmente registrate dall'Ingv).

Non è un caso che di mezzo ci sia la Caen, industria toscana con sedi operative negli Usa, che sui grandi esperimenti di Fisica ha costruito la sua fortuna. La Caen si è occupata per vari anni dell'ottimizzazione del sistema radon e dell'analisi dei dati, sperando di avviare un programma di ricerca con le autorità del settore e di sperimentare la tecnologia su scala maggiore: "La nostra idea –spiega il Presidente Marcello Givoletti- era quella di costruire una rete di sensori nei territori a più alto rischio. Ma dopo anni di lavoro, ci siamo dovuti arrendere: poiché la nostra proposta non aveva seguito, abbiamo deciso di sospendere gli sforzi e gli investimenti, e abbiamo affidato gli strumenti a Giampaolo Giuliani, restando però sempre al corrente dei dati, fino a quelli della scorsa settimana".

A credere che la strada del radon sia degna di essere percorsa è anche Giacomo Cuttone, che presiede la commissione scientifica nazionale V dell'Infn: "Quello che serve per valutare l'efficacia del metodo e l'efficienza del sistema, è anzitutto una rete in grado di effettuare le misure del radon in continuità e su vasta area, e quindi un team interdisciplinare che integri competenze come le nostre nel campo dei rivelatori, con altre competenze tra cui quelle che fortunatamente il nostro paese possiede in campo geosismologico."

(*) giornalista scientifica
DISTI, Distretto dell'Informazione Scientifica e Tecnologica " xxx

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Terremoto Abruzzo: G. Giuliani al TgR Leonardo del 6 aprile 2009

Sab. 18.04.2009 - TGR Leonardo del 06.04.2009. xxx

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"Giuliani - L'uomo che ci salvò la vita."

Sab. 18.04.2009 - Testimonianza del 17.04.2009. Nel sito "ByoBlu" è possibile reperire la trascrizione dell'intervista ed un commento.

Il Video, incredibilmente rimosso da YouTube, è ora disponibile al seguente mio post: "YouTube Italia - Ma... ?Censura Cinese?". xxx

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venerdì 17 aprile 2009

Terremoto - Sottrazione di Macerie, leggasi Prove - Interviene la Procura



Ven. 17.04.2009 - Dal sito "AgoraVoxItalia". Non ancora ultimata la sepoltura dei morti, inizia la corsa a salvare i possibili responsabili, vivi (e forse influenti).

" di Pietro Orsatti e Angelo Venti su Terranews

Confermata la denuncia dei giorni scorsi: lo strano movimento di camion che nel giorno di Pasquetta ripulivano i posti più chiacchierati ha insospettito anche l’autorità giudiziaria, che sulla vicenda ha aperto un’inchiesta. xxx

Certe storie vanno raccontate tutte e spiegate bene. Perché potrebbero sembrare dei racconti di fantasia anche se non lo sono. Perché l’assurdità e le implicazioni che scatenerebbero, se portate alla luce del sole, potrebbero essere enormi. Quindi partiamo dai fatti.

Il primo fatto è che in Abruzzo c’è stato (e in parte c’è ancora) un sisma. Il secondo fatto è che molti palazzi, che apparentemente avrebbero dovuto restare in piedi, si sono dissolti in cumoli di macerie uccidendo decine di persone.
Il terzo fatto è che già nei primi momenti dei soccorsi dalle macerie emergevano elementi che dimostravano come ci fossero state irregolarità nella costruzione degli immobili. E fino a qui ci siamo.

Ci sono, inoltre, altri fatti che vanno segnalati e che è necessario evidenziare bene. Tanto per cominciare, il centro del potere giudiziario, il Tribunale e la Procura, sono stati colpiti duramente e lo stesso edificio è in parte crollato, mentre il resto è stato dichiarato inagibile. Inoltre, i magistrati, i pm e quasi tutti i membri della polizia giudiziaria, così come praticamente tutti i cittadini de L’Aquila, vivono fin dalla prima scossa da sfollati. Lo stesso procuratore Alfredo Rossini, membro anche della Direzione nazionale antimafia, vive in tenda per non abbandonare il posto. Quindi, di fatto, la giustizia a L’Aquila, a oggi, non ha sede, mezzi e uomini.

Un altro fatto, che a noi di Terra preoccupa non poco, è che l’intero territorio è di fatto militarizzato e che vige una sorta di “legge marziale” che poco ha che fare con la sicurezza e gli aiuti, ma che sembra essere più di una strategia per fare in fretta senza rispondere a nessuno, senza dover dare spiegazione a chicchessia. Che siano la politica o l’autorità giudiziaria, gli enti locali o le vittime del terremoto stesse. Ogni potere, da dieci giorni, è in mano a una sola emanazione dell’esecutivo: la Protezione civile diretta da Bertolaso. Tutti fuori, nessun dibattito e trattativa che possa disturbare il timoniere. E soprattutto fuori dai piedi giornalisti che cercano di fare il loro mestiere, andando a vedere i siti dei crolli che non ci dovevano essere. Diritti civili e libertà di informazione? Elementi accessori e non indispensabili, a quanto sembra.

È qui, in questo quadro più da fronte di guerra che da interventi in area colpita da catastrofe naturale, che si inserisce quasi casualmente la vicenda che stiamo raccontando.

Lunedì di Pasqua, ore 11 piazza D’Armi. Una frenetica attività di camion, di ruspe e di trituratori meccanici di macerie fanno scattare il primo sospetto. Solo due giorni prima, il procuratore Rossini aveva annunciato la linea dura circa la ricerca delle responsabilità sui crolli “sospetti”. Chi era sul luogo, e non si pasceva sui divani della sala stampa a chilometri dal centro de L’Aquila, sapeva perfettamente che Rossini non aveva strumenti, e soprattutto uomini e strutture, per attuare il suo giusto intervento. Quei camion che scaricavano tonnellate e tonnellate di macerie che venivano triturate ancora più velocemente il giorno di pasquetta, erano proprio una nota stonata.

Ci siamo avvicinati e abbiamo iniziato a fotografare e a fare qualche domanda agli autisti dei mezzi. Da dove state prendendo queste macerie? La risposta ci ha lasciato senza fiato: Inail, e poi Villa comunale, e ancora Sant’Andrea e Casa dello studente. Tutti siti che, secondo le dichiarazioni del procuratore, erano nel mirino dell’inchiesta. Ne abbiamo parlato già due giorni fa, ma dopo quel primo articolo di cose ne sono successe molte. Ovviamente abbiamo cercato subito di andare a verificare se le macerie provenissero dai siti indicati dagli autisti e se per caso fossero stati posti sigilli e se periti avessero prelevato campioni e fatto analisi preliminari. E’ bene sottolineare, per una migliore comprensione della storia, che tutti i siti che abbiamo indicato non sono in area di rischio di crollo in caso di transito, come le zone più “urbanizzate” del centro storico.

Eppure, ogni nostro tentativo di raggiungerle, è stato bloccato dalle forze dell’ordine o da militari che hanno blindato l’intero centro storico. Fino a giungere a episodi paradossali: come quando alcuni giornalisti sono stati fermati ad armi spianate e accusati di essere sciacalli in azione. Per poi essere lasciati andare con addosso una bella paura. Alcuni membri della Protezione civile e dei vigili del fuoco hanno rivelato di aver ricevuto l’ordine di tenere lontani, in particolare, proprio giornalisti e fotografi. Quando, con un banale escamotage e dopo innumerevoli tentativi, siamo riusciti a raggiungere uno dei siti in questione (due palazzi crollati a lato della Villa comunale), abbiamo avuto la prima risposta alle tante domande che ci ponevamo di fronte a questo atteggiamento. E anche le prove dell’asportazione di grandi pezzi delle possibili prove, della presenza di ferri lisci nelle strutture di cemento armato, vietate perfino in zone non sismiche, la particolarità della friabilità dei materiali usati nella costruzione.

Contemporaneamente abbiamo segnalato informalmente ad alcuni membri dell’autorità giudiziaria la vicenda della strana asportazione e triturazione delle macerie. Nell’occasione, mostravamo anche le prove di quello che denunciavamo: le foto del sito di smaltimento, le immagini di uno dei siti da dove le macerie erano state rimosse nonché le istantanee di alcune targhe dei mezzi utilizzati. Tutto ciò è bastato per mettere in moto la macchina della giustizia che, di fatto, ha confermato i sospetti che già nei giorni scorsi avevamo sollevato. Nella serata di mercoledì, infine, la magistratura ha espresso pubblicamente il timore dell’inquinamento delle prove in relazione ai crolli, sottolineando come qualcuno, dietro queste azioni, potesse tentare di occultare le proprie responsabilità. Per questo, dopo i reperti prelevati in sito, sono state sequestrate intere aree: quelle degli edifici di via XX Settembre (quelli che siamo riusciti a fotografare) dove i morti sono stati decine, ciò che resta della Casa dello studente, alcune parti dell’ospedale e perfino il tribunale.

«Abbiamo il sospetto che qualcuno possa portare via ciò che resta degli edifici crollati - ha dichiarato il procuratore Rossini -. È vero, apparentemente si tratta di macerie senza valore, ma per le nostre indagini potrebbero essere fondamentali. I periti sono al lavoro, hanno fatto i primi esami e, sicuramente, qualcosa piano piano verrà fuori». E intanto scavatrici, trituratori e camion a piazza d’Armi d’improvviso, dopo due giorni di frenetica attività, si sono fermati. Il luogo è deserto, desolato, non c’è più nessuno, se non la storia di un pezzo della città ridotta in polvere. " xxx

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"11 Settembre" - WTC - Scienziato danese sulla nano-thermite (esplosivo) ritrovata nella polvere del World Trade Center



Ven. 17.04.2009 - (06.04.2009) Intervista della televisione danese "TV 2", news, a Niels H. Harrit, del Dipartimento di Chimica, Università di Copenhagen, Danimarca.

A FAR CROLLARE I 3 GRATTACELI AL WTC NON SAREBBERO STATI I 2 AEREI MA UNA GRANDE QUANTITÀ DI ESPLOSIVO, IN PARTE INESPLOSO, E OGGI RITROVATO. A seguire, la trascrizione dell'intervista, ed un mio breve commento. xxx

" --TV2-- Ricercatori internazionali hanno trovato tracce di esplosivi nelle macerie del WTC, una nuova pubblicazione scientifica conclude che gli impatti dei due aerei dirottati non hanno causato i collassi del 2001 - Portiamo ora la nostra attenzione all'11 settembre: il più grande degli attacchi di New York; apparentemente l'impatto dei due aerei non causò il collasso delle torri: secondo una pubblicazione scientifica uscita di recente, i ricercatori hanno scoperto un esplosivo chiamato "nano-thermite" tra le macerie, la quale non può provenire dagli aerei, essi ritengono che molte tonnellate di esplosivo erano state collocate negli edifici in precedenza - Niels Harrit, lei ed altri otto ricercatori concludete, in questa pubblicazione, che è stata la nano-thermite a causare il crollo di questi edifici. - ?Cos'è la nano-thermite?

--N.H.-- Abbiamo trovato nano-thermite nelle macerie, non stiamo comunque dicendo che sia stata utilizzata solamente nano-thermite. La thermite si ricorda dal 1893, è una miscela di alluminio e ossido di ferro che reagisce creando un calore intenso, la reazione produce ferro scaldato a 2500 °C, questa può essere usata per eseguire le saldature, può anche essere usata per fondere altro ferro, la nanotecnologia fa le cose in scala ridotta. Quindi, nella nano-thermite, questa polvere, conosciuta dal 1893, è ridotta a minuscole particelle, perfettamente miscelate tra loro, quando queste reagiscono, l'intenso calore si sviluppa molto più rapidamente; la nono-thermite può essere miscelata con additivi per creare un più intenso calore, o fungere come un esplosivo molto efficace, essa può generare più energia rispetto alla dinamite, e può essere utilizzata come combustibile per razzi.
Ho fatto una ricerca con Google sulla nano-thermite, e non sembra esserci molto di scritto circa questo composto

--TV2-- ?È una sostanza ampiamente conosciuta a livello scientifico?, ?o è così recente che altri scienziati difficilmente ne sono a conoscenza?

--N.H.-- È un nome generico che indica sostanze ad alto livello di energia; se i ricercatori civili, come me, non sono familiari con queste sostanze, è molto probabile che ciò sia dovuto al fatto che essi non lavorino molto con materiali esplosivi; per quanto riguarda scienziati militari, dovresti chiedere a loro: non ho idea di quanto siano familiari con la nanotecnologia.

--TV2-- Allora lei ha trovato questa sostanza nel WTC, ?perchè pensa che ne abbia causato il crollo?

--N.H.-- Beh, è un esplosivo, ?per quale altro motivo sarebbe stata presente?

--TV2-- ?Lei crede che il calore intenso abbia fuso la struttura di sostegno in acciaio degli edifici e ne abbia causato il crollo come un castello di carte?

--N.H.-- Io non posso dire con sicurezza se questa sostanza possa essere stata usata per entrambi gli scopi: essa può sia esplodere e tranciare cose, sia fondere le cose. Da quel che vedo, probabilmente, ne sono stati sfruttati entrambi gli effetti: diversi minuti prima del collasso vi era metallo fuso che cadeva dalla torre sud, questo indica che l'intera struttura era stata indebolita in precedenza; in un seconod momento gli esplosivi di tipo tradizionale entrarono in gioco, la sequenza di collasso doveva essere perfettamente sincronizzata, fino giù alla base.

--TV2-- ?Di che quantità stiamo parlando?

--N.H.-- Grandi quantità. Vi erano solo due aerei, ma crollarono tre grattacieli. Noi sappiamo grossolanamente quanta polvere si formò, le immagini ne mostrano enormi quantità, tutto, eccetto l'acciaio, si polverizzò. Noi sappiamo, inoltre, in modo approssimativo, quanta thermite ancora reattiva abbiamo trovato: questa è la "pistola pronta a sparare", materiale che per qualche ragione non ha fatto reazione, stiamo parlando di tonnellate, sopra le 10 tonnellate, forse 100.

--TV2-- ?10 tonnellate, forse 100, in tre edifici?, ?e queste sostanze non sono comunemente presenti in edifici come questi?

--N.H.-- No. Questi materiali sono estremamente avanzati.

--TV2-- ?Come si applicherebbe materiale come questo in un grattacielo?, ?su tutti i piani? ?Come faresti a portarlo dentro?

--N.H.-- Si. Se io avessi da trasportarne in quantità come quelle, userei dei bancali: prenderei un camion e le trasporterei su dei bancali.

--TV2-- ?Perchè tutto questo non è stato scoperto prima?

--N.H.-- ?Da chi?

--TV2-- I custodi, per esempio. Se si muovono tra 10 e 100 tonnellate di nano-thermite in giro, e la piazzi su tutti i piani, sono semplicemente sorpreso che nessuno abbia notato questo.

--N.H.-- Come giornalista, lei dovrebbe rivolgere questa domanda alla compagnia responsabile della sicurezza al WTC.

--TV2-- ?Quindi lei non ha nessun dubbio che quel materiale fosse presente?

--N.H.-- Non puoi falsificare questo tipo di scienza: noi l'abbiamo trovata, thermite ancora reattiva

--TV2-- ?Quali risposte ha ricevuto la vostra ricerca nel mondo? Per me questa è una cosa completamente nuova.

--N.H.-- È stata pubblicata solo lo scorso venerdì. È un po' troppo presto per dirlo, ma l'articolo potrebbe essere non così innovativo e sconvolgente, rispetto a quello che si può pensare. Centinaia di migliaia di persone, in tutto il mondo, sanno da tempo che i tre edifici sono stati demoliti: questo è stato chiarissimo. La nostra ricerca è solo l' "ultimo chiodo della bara", questa non è la "smoking gun" [n.d.r. - pistola fumante], ma è la "pistola pronta a sparare".
Ogni giorno migliaia di persone si rendono conto che il WTC è stato demolito, e questo è qualcosa di inarrestabile
.

--TV2-- ?Perchè in precedenza nessuno aveva scoperto che vi era nano-thermite negli edifici? Sono passati quasi dieci anni!

--N.H.-- ?Intende nella polvere?

--TV2-- Si

--N.H.-- È stato per caso che qualcuno si è messo a guardare nella polvere con un microscopio Vi sono microscopiche "piastrine" rosse, le più grandi sono di 1 mm. di lunghezza, e possono essere viste ad occhio nudo, ma si ha bisogno di un microscopio per vederne la stragrande maggioranza; è stato per caso che qualcuno le abbia osservate un paio di anni fa. Ci sono voluti 18 mesi per preparare la pubblicazione scientifica alla quale lei si sta riferendo. È un articolo completo, basato su una ricerca approfondita.

--TV2-- Lei era da diversi anni che stava lavorando su questa materia, ?perchè ai suoi occhi tutto ciò non aveva senso?

--N.H.-- Si, in realtà da oltre due anni. Tutto cominciò quando vidi il crollo dell'edificio 7, il terzo grattacielo, cadde 7 ore dopo le torri gemelle, ma ci furono soltanto due aerei.
Quando vedi un edificio di 47 piani, alto 186 metri, che cade in 6,5 secondi, e sei uno scienziato, pensi: "?Cosa?". Ho dovuto osservarlo più volte, avrò schiacciato il "play" dieci volte, mentre rimanevo sempre più a bocca aperta. Innanzitutto non avevo mai sentito parlare di quell'edificio prima di allora, e non vi era nessuna ragione evidente del perchè fosse dovuto cadere in quella maniera: dritto giù, in sei secondi e mezzo. Non ho avuto pace da quel giorno
.

--TV2-- Fin dall'11 settembre vi sono state ampie speculazioni, e teorie cospirative, ?cosa vorrebbe dire agli spettatori che hanno sentito parlare della vostra ricerca e dicono: "Abbiamo già sentito queste cose da tempo, ci sono un sacco di teorie cospirative"? ?Che cosa direbbe loro per convincerli che questo è diverso?

--N.H.-- Penso che ci sia solamente una teoria del complotto che valga la pena tirare in ballo, quella che vede coinvolti 19 dirottatori. Io credo che gli spettatori dovrebbero chiedersi quali prove hanno visto a supporto della teoria cospirativa ufficiale. Se qualcuno ha visto queste prove, mi piacerebbe venirlo a sapere. Nessuno è stato accusato formalmente; nessuno è ricercato.
Il nostro lavoro dovrebbe portare alla richiesta di una vera e propria indagine penale sugli attentati dell'11 settembre, perchè non è stata fatta, siamo ancora in attesa di essa. Noi speriamo che i nostri risultati saranno usati come prova tecnica quando arriverà il giorno.

--TV2-- Niels Harrit, affascinante. Grazie per essere venuto.

--N.H.-- Il piacere è stato mio. "

Si rimane senza parole, si spera quasi che non sia vero. ?In quale degenerazione, aberrazione della vita sociale, "Matrix" non più cinematografica, stiamo forse vivendo?

La distanza che sembra oggi separare le persone comuni (cioè normali), da quelle che formano le caste (grandi finanzieri, imprenditori, politici, top manager, più scodazzo di giullari) che dirigono i destini di tutti, appare sempre più astrale, maggiore di quella che in passato c'era tra il sovrano ed i sudditi. Il tutto ammantato, a volte, da simulacri di democrazia, di carte costituzionali che chi comanda cerca vieppiù di piegare ai propri interessi, di svuotare dal di dentro, facendo del Patto sociale fondante le nuove nazioni, una barzelletta da sbeffeggiare a piacimento; della Popolazione, una massa informe di consumatori, sia di prodotti che di slogan da ripetere acriticamente.
?Come spiegare altrimenti il fatto sopra riportato, come innumerevoli altri, facili da reperire anche "localmente", se vi si pone un po' di attenzione? Solo a titolo di mero esempio: --La mancata perquisizione del covo di Totò Reina; --Interi territori dell'Italia sottratti di fatto al controllo dello Stato, quelle popolazioni lasciate in balia di bande criminali, in pratica territori di guerra (come afferma Roberto Saviano); --Il crack Parmalat; --Gladio; --La strategia della tensione; --Gli attentati-stragi del 1992; --Il capo della banda della Magliana sepolto in Santa Apollinare; --Il massacro del gen. Dalla Chiesa, dei magistrati Falcone, Borsellino ...; Portella della Ginestra; --Leggi ad personam; --Enormi conflitti di interesse in chi ha responsabilità sociali, non solo istituzionali; --G8 di Genova; --Bolzaneto; --Attacchi alla giurisdizione; ...

Sono convinto esistano però degli antidoti a tutto ciò; vanno essi cercati nel perseguimento della libertà individuale, della giustizia sociale, dell'equità, anche rispetto alla ripartizione delle risorse economiche, sia personali che delle nazioni; risorse che devono essere bastevoli, non illimitate, poichè i bisogni di ognuno sono limitati, e solo l'aspirazione all'infinito, all'amore, deve essere considerata in noi senza confini.

Sogno un giorno in cui la forbice tra chi ha più e chi ha meno sia "decente", e comunemente accettata, un giorno nel quale un buon medico guadagni quanto un buon operaio, ed un cattivo manager quanto un cattivo agricoltore. Un mondo dove ognuno possa orientarsi verso ciò che sa meglio svolgere, per diventare nel suo campo un buon lavoratore, socialmente apprezzato perchè fa bene il suo mestiere. xxx

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